Sacro Monte di Varese: un Pit Bull alla Crocifissione.

Sacro Monte di Varese: un Pit Bull alla Crocifissione.

Agosto 24, 2020 Off Di Nino Gennaro

Il Sacro Monte di Varese fa parte dei nove Sacri Monti della Lombardia e del Piemonte, inseriti nel 2003 dall’UNESCO tra i patrimoni mondiali dell’umanità. Il percorso comprende 14 cappelle e rappresentano i misteri della fede cristiana: i Misteri Gaudiosi sono dalla prima alla quinta cappella, i Misteri Dolorosi sono dalla sesta alla decima cappella, i misteri Gloriosi sono dall’undicesima cappella fino alla quindicesima, ovvero il santuario di Santa Maria del Monte.

Si sale al Sacro Monte di Varese per 2 km, con un dislivello di circa 300 m. Dalla Prima Cappella comincia la Via Sacra. All’interno delle cappelle ci sono degli affreschi e delle statue dell’epoca. La bellezza del percorso consiste nell’aver disposto le cappelle sulla cresta della montagna, godendo così della vista sottostante, tra laghi e colline. Le varie cappelle sono state costruite indicativamente nel periodo che va dal 1600 al 1680. Alcune sono anche più antiche.

Nella decima cappella (foto in basso) troviamo l’ultimo mistero doloroso. La Crocifissione di Gesù è rappresentata con cinquanta statue, in cotto e dipinte a secco, ad opera di Dionigi Bussola (nato nel 1612), mentre  gli affreschi sono di Antonio Busca (1668). Al vertice sorge, nella sua imponenza, la Croce.

E’ da qui che comincia realmente il nostro percorso.

Nella parte destra è presente una statua. Dovrebbe essere di una bambina che tiene un cane. Nella foto successiva si evidenzia nel dettaglio.

Il cane rappresentato in questa statua è difficile definire “cosa” possa essere, in quanto non vi è certezza se la raffigurazione sia ispirata al periodo storico dell’avvenimento oppure a quello dello scultore.

La storia ci insegna che inizialmente i cani non venivano distinti per razza, ma per tipologia. L’allevamento selettivo ebbe lo scopo di rendere ogni singolo esemplare uno specialista, qualunque sia il suo compito: pastorizia, caccia , guardia, difesa , guerra, lotta o semplicemente un compagno per i bambini. Naturalmente vanno tenute in conto che, per ogni funzione, si è cercato un cane con struttura, morfologia, temperamento e qualità specifiche. (vedi storia del Pit Bull anche)

La storia offre un sacco di dati sui cani da guerra. Ci sono prove della loro esistenza già da oltre 5500 anni fa. Volendo citarne solo alcuni:

  • Hammurabi, Re di Babilonia, circa nel 2100 a.C., li aveva nel suo esercito di guerrieri;
  • I Lidi, tribù asiatica, utilizzò cani da combattimento nelle guerre contro i Cimmeri, (628-571 a.C.);
  • Alyattes, Re di Lidia  610-560 a.C., li usò sempre come cani da combattimento in battaglia;
  • Kambysee, Re persiano, usò cani da combattimento nella conquista dell’Egitto che attaccavano i lancieri e arcieri (525 a.C.);
  • In Grecia, il popolo dei Molossi d’Epiro aveva grandi cani per la guerra e la guardia.
  • I Romani li chiamavano Canis Pugnance.

Carl Nilsson Linnaeus, naturalista svedese considerato il padre della moderna classificazione scientifica degli organismi viventi (1707-1778), lo definì come Mastiff – Molosso.

In conclusione, fin dai tempi più antichi, i Canis Molossi erano già famosi per la loro ferocia e il loro coraggio. La loro origine non è molto nota. Ci sono molte teorie a riguardo. Sono evidenti però la loro esistenza ed il loro utilizzo attraverso fonti storiche. La teoria più accreditata è che questa razza poi, si sia diffusa lentamente nel tempo in altre regioni grazie ai mercanti ed alle guerre.

Si ringrazia Mike Morabito per le fonti storiche.