Come riconoscere un buon addestratore

Come riconoscere un buon addestratore

Febbraio 11, 2019 0 Di Camilla Rafanelli

PREMESSA

Questo articolo parlerà esclusivamente di come riconoscere un buon addestratore, non parlerà quindi di scuole, di metodi o di strumenti. Io credo nella libertà di svolgere il proprio lavoro nelle modalità da noi preferite, a patto che non venga mai meno la professionalità;  e che, ovviamente, non si incorra in maltrattamenti sugli animali. Le parole che seguiranno, devono essere uno spunto di riflessione, non per la scuola che un educatore ha scelto, ma per le sue competenze, a prescindere da dove ha svolto la sua formazione.

IL PRIMO INCONTRO: LA VALUTAZIONE

Solitamente il primo incontro con i clienti è sempre preceduto da una telefonata. Personalmente mi metto a disposizione per rispondere a tutte le domande che un proprietario ha in mente, prima di vederci di persona, ma è una scelta personale: c’è anche chi preferisce parlare poco e dimostrare di più.

La cosa su cui dovremmo però essere tutti in accordo è che il primo incontro coincide con la valutazione del cane da parte del professionista. Non si inizia il percorso di addestramento al primo incontro, non si lavora col cane (eccetto casi molto rari di cani particolarmente equilibrati, docili e collaborativi), dobbiamo prima stabilire con che cane abbiamo a che fare, per tutelare l’addestratore da possibili morsi, e il proprietario e il cane da una possibile denuncia.

Questo è un primo spunto per riconoscere un addestratore incompetente: se al primo incontro non viene valutato il cane, io me ne andrei altrove.

Qualcuno potrebbe chiedermi: perché? Se il cane non ha particolari problemi perché devo valutarlo se so che non è pericoloso?

La risposta è semplice: non è, e non potrà mai essere, il proprietario a stabilire la pericolosità del proprio cane, perché non ne ha le competenze. Quante volte leggiamo sui giornali di cani che aggrediscono e di proprietari che sanno solo dire “non era mai successo”? La valutazione serve a questo, a prevedere che sarebbe potuto succedere e a evitare gli incidenti. Ecco perché è fondamentale fare una corretta valutazione. Ci sono stati diversi casi di morsicature da parte di cani seguiti da educatori che, sbagliando la valutazione, non avevano previsto le possibili conseguenze.

CHE COS’E’ LA VALUTAZIONE?

La valutazione, come già avevo accennato nel mio precedente articolo, è l’individuazione delle doti caratteriali presenti nel soggetto che sto esaminando. Le doti (di cui parleremo in futuro in un altra pubblicazione) da esaminare con più precisione e con più tempestività sono la tempra e la docilità, seguite poi dalle altre: aggressività, possessività, socievolezza, combattività, temperamento.

E’ la combinazione/eccesso/mancanza di queste doti che definisce i comportamenti del cane, mai il contrario. I comportamenti (anche i più pericolosi) sono sempre il risultato delle doti (e di come vengono gestite), non sono mai la fonte. Ed è solo risalendo alla sorgente e quindi individuando le doti, che posso evitare di avere comportamenti socialmente inaccettabili (morsi, aggressioni, ecc) e posso impostare un percorso di addestramento su misura per il soggetto che ho davanti, perché conosco i suoi punti di forza e le sue debolezze.

COME SI FA UNA VALUTAZIONE?

Non c’è una ricetta universale per fare una valutazione corretta, perché ciò che fa la differenza non sono le modalità, ma l’esperienza.

Sono però sicuramente in grado di dire come non si fa:

  1. Non si valuta un cane a distanza

Impensabile può valutare un cane esclusivamente osservandolo col proprietario oppure, ancora peggio, mettendolo dentro un recinto da solo o con un altro cane.

  1. Non si valuta un cane a casa

E’ impensabile valutare il carattere di un cane nel suo territorio, perché la sicurezza che gli è data dal fatto di essere in casa propria falserà le sue risposte e quindi anche la mia valutazione.

CONCLUSIONI

Riconoscere le doti di un cane nel modo giusto, permette di evitare incidenti futuri; ci rende inoltre consapevoli al 100% dei rischi che il soggetto che abbiamo davanti rappresenta, per se stesso e per la società. Se ogni cane venisse valutato da un addestratore professionista, e seguisse quindi un percorso adattato alle sue doti, i casi di morsicature si ridurrebbero ai soli imprevisti. Togliendo l’ignoranza, nessun cane finirebbe sui giornali di cronaca nera,  sotto psicofarmaci o soppresso perché ogni padrone avrebbe la consapevolezza e la capacità di saper gestire il proprio cane. Diffidate da chi non effettua questo passaggio perché non vi sta tutelando.

Per capire poi se il percorso di addestramento che avete scelto è quello giusto, la risposta non posso darvela io attraverso un computer, ma ve la darà il vostro cane se vorrete ascoltarlo: se migliora, se vi ascolta di più ogni lezione che passa, se i problemi per cui avete contattato un educatore piano piano si arginano, siete sulla buona strada. Se dopo un mese non vedete i risultati, né in campo né a casa, probabilmente dovreste rivolgervi ad un altro addestratore.

Camilla Rafanelli