Tea, amore di Pit

Tea, amore di Pit

Luglio 13, 2018 0 Di Nicola Cibelli

Erano anni che volevo un pitbull. Perché? Perché ho cani da sempre nella vita, da quando sono nata, ed il rapporto che ho avuto con i terrier (non me ne vogliano gli altri) è sempre stato “particolare”: di grande empatia e comprensione. Avete presente essere l’uno nella testa dell’altro e parlarsi senza aprire bocca? Ecco, quello.  Avevo, però, già quattro cani, come potevo inserirne un altro, senza nuocere a nessuno?

Ad un certo punto della mia vita però, due dei miei cani sono invecchiati, e dopo il decesso del primo, Geremia, mentre si iniziava ad entrare nell’ottica del secondo (Nina) mi sono detta: “non ce la faccio a perderne due in così poco tempo. Mi sento di non essere in grado, da sola. Forse è arrivato il momento del Pitbull”. Dopo averci pensato a lungo, chiamo Luca, un amico partenopeo che fa parte di un’associazione che si occupa proprio di Pitbull (“Un Pitbull per amico”). “Luca, hai un bullo che non sia cucciolo, femmina, che vada d’accordo con i suoi simili di entrambi i sessi e con i gatti?” (Praticamente un ago in un pagliaio); lui non si fa prendere dallo sconforto, sente i suoi contatti e TAAAC, arriva la sua foto.

La vedo per la prima volta. Avete presente quando il cuore inizia a battervi nel petto? Quando avete la sensazione che sia esattamente ciò che la vita sta semplicemente riunendo perché vi siete sempre appartenute? Era lei, lo sapevo nel profondo. Me lo aveva detto il mio cuore. L’inghippo? (Perché c’è sempre un inghippo): ha un titolo basso (ma presente) alla leishmania. A me non frega minimamente, mi era già capitato di adottare un cane positivo che si è poi negativizzato. Io non lo vedo come un ostacolo, ma la mia veterinaria sì. Non entro nei dettagli di quanto avvenuto in quelle settimane perché sarebbe inutile e noioso, dico solo che alla fine ho prenotato la staffetta da Formia (da lì arriva). Il venerdì sera le volontarie del canile mi mandavano le sue foto sul furgone, partiva per arrivare da me sabato mattina. Inutile dirvi che non ho dormito tutta la notte. Non vedevo l’ora di vederla, di abbracciarla. Di ritrovarci. Sì, sono sicura, ci siamo già appartenute in passato, in questa o in un’altra vita.

Al luogo dell’appuntamento con l’autista che la portava da me, rincorrevo tutti i furgoni bianchi che vedevo arrivare nella speranza che su uno di questi ci fosse lei. Ad un certo punto, mentre ero stata raggiunta da amici e parenti che non sapevano cosa io stessi aspettando ma il mio entusiasmo li aveva incuriositi, vedo un furgoncino “trasporto animali vivi”. Mi metto dietro al portellone ancora chiuso dove sapevo esserci lei, in attesa del nostro turno.

Siamo i secondi. Dopo aver espletato le pratiche con la prima famiglia in coda, tocca a noi. Il portellone si apre. Ed io la vedo, scodinzola, lo sguardo di chi si chiede cosa stia succedendo. Non smette di scodinzolare. Mi avvicino, guinzaglio e giù da quel furgone, per sempre. Tea adesso è a casa ed io sono emozionatissima . Non sto a tediarvi sui delicati passaggi dell’inserimento nel branco, o il fare amicizia con i gatti. Posso solo dirvi che non mi ero sbagliata. Tea è il cane che io mi aspettavo che fosse: presente, affettuosa, protettiva. Lo è stata dal primo istante, soprattutto quando Nina mi ha lasciato per sempre. Sono passati solo due mesi dal suo arrivo, ripenso spesso a quei momenti, e mentre ci penso mi sorprendo a sorridere come sorridono in modo ebete le persone innamorate; già, sono perdutamente innamorata di quel testone che ricorda tanto la forma della vipera e che fa della sua mascella una delle più temute. Sono profondamente innamorata delle rughe che le si formano tra un orecchio e l’altro quando qualcosa attira la sua attenzione. Sono profondamente innamorata del suo modo di spalancare la bocca quando dopo essere uscita in giardino rientra in casa e ti festeggia come se non ti vedesse da settimane. Sono profondamente innamorata della sua struttura possente, muscolosa e il solo accarezzarla mi dà sicurezza. Sono profondamente innamorata del modo dinoccolato che ha di camminare. Sono profondamente innamorata del modo goffo con il quale nonostante il caldo si butta sul divano per abbracciarmi. La amo. Ma è fuori ogni ragionevole dubbio che lei mi ami molto di più.


Se anche tu vuoi pubblicare la tua storia scrivi a  lamiastoriadipit@pitbullisnotacrime.it  (almeno 300 parole) e non dimenticarti di allegare una bella foto (in alta definizione) di te e del tuo pitbull! (per ragioni di tempo e quantità non possiamo pubblicarle tutte le storie in maniera tempestiva, abbiate pazienza)