La cinofilia è morta

La cinofilia è morta

Novembre 1, 2019 1 Di Nicola Cibelli


La cinofilia è morta, senza troppi giri di parole, ecco uno schema semplice che vi farà capire cosa è successo nel tempo.


Le origini del cane


Il cane aveva in passato una funzione, il “lavoro” il compito che l’uomo gli richiedeva di svolgere e che ne definiva le caratteristiche e le doti, cioè la razza. La selezione dei cani veniva fatta quindi tenendo in considerazione questa mentalità. Questo è innegabile ed è l’unico motivo per il quale ad oggi esistono le razze canine.


La selezione estetica


Nel tempo però, questa mentalità e andata persa. Siamo arrivati ad avere una percezione differente del cane, portandolo a diventare un semplice compagno di vita, destinato ad essere ricoperto di attenzioni , ma senza avere una vera e propria utilità nella nostra vita. Il processo è stato lento ma facendo un balzo temporale quasi ai giorni nostri, troviamo cani scelti unicamente per bellezza e perché affini al nostro gusto. Perdendo tutta la selezione fatta per il “lavoro”, e passando ad una selezione estetica che inverosimilmente, tende anche a voler cancellare ciò che era quel cane, quella razza, la già citata memoria di razza.

Questo nel tempo ci ha portato ad avere cani snaturati, che magari ne mantengono le fattezze fisiche, estetiche, ma che non hanno più quel richiamo del passato, questo è per fortuna vero a metà la memoria di razza, infatti, rimane nel cane, e questo processo è stato rallentato da chi portando avanti un allevamento etico cerca di mantenere le caratteristiche che rendevano in passato un cane utile ad un certo
“lavoro”


La situazione odierna.


Oggi la stragrande maggioranza dei proprietari ha con se un cane di compagnia, frutto della selezione
estetica; Il problema sta nel fatto che ne ignora quasi totalmente la razza, cioè, per quale “lavoro” era stato selezionato. Il problema sta nel fatto che il cane ha delle esigenze, in primis dettate dalla specie e non
meno importanti dettate dalle origini e attitudini della razza, che in parte ancora permangono.

Questa ignoranza e il business che su essa si basa, hanno creato, nella cinofilia, nuove figure come: educatori “new age”; dediti a pratiche quantomeno opinabili e inutili e anche prodotti e servizi vari che si
basano su due punti fondamentali: umanizzare il cane e trovare soluzioni (apparentemente) veloci per educare e crescere il proprio cane.


Le nuove figure professionali nella cinofilia e i “gadget”


Abbiamo quindi, educatori; o presunti tali, che trattano il cane come fosse un bambino, e dall’altra parte oggettistica e servizi che tendono ad umanizzare il cane agli occhi del padrone. Siamo quindi costretti ad assistere a cani a pelo lungo che in estate vengono tosati, vedere in vendita cappottini e borsettine all’ultimo grido, oppure cuccie che il trono di spade scansate , oppure; ad addestratori che sentenziano che al cane non si dice mai di “no”. Secondo questi sedicenti “addestratori” il cane non va mai corretto perché deve essere libero di fare e di esprimersi in maniera da essere libero di sentirsi cane. Il risultato di tutto questo sono cani stressati , incapaci di adattarsi all’ambiente che li circonda e che prima o poi faranno
danno, a loro stessi o alla società.

Amore mal'inteso


La diffusione della “nuova cinofilia”


Tutto questo si è purtroppo diffuso in maniera massiva nella società odierna grazie all’avvento dei social e delle aggressive campagne marketing perpetrate da queste persone ignoranti in materia di educazione cinofila.

La totale mancanza poi di un contraddittorio, ha quindi portato schiere di proprietari di cani con una visione distorta ad approcciarsi a questi “Santoni” della cinofilia, che naturalmente non essendo formati a dovere, dispensano consigli ed insegnamenti, che hanno come unico effetto di rovinare cani e padroni.


Le terribili conseguenze per la cinofilia


Ciò che ne consegue è un padrone impreparato e deviato, verso il suo cane fuori controllo che probabilmente, dopo l’anno, in alcuni casi anche prima, viene abbandonato a canili o associazioni che dovrebbero farsene carico.

Naturalmente le scuse sono sempre le stesse: mia moglie aspetta un bambino, non ho spazio, vado all’estero etc etc, il tutto accompagnato da: l’ho cresciuto con amore, come un principino e voglio che lo prenda una famiglia che lo tenga uguale. Queste cose non le commento perché si commentano da sole, ma è il risultato di chi prende un cane con leggerezza in più, affiancato da sedicenti addestratori cinofili.

Ma facciamo un passo indietro


Spesso i problemi della cinofilia si manifestano anche prima dell’affidamento del cane, esiste infatti la figura del “cagnaro”.

Questa figura rappresenta la quasi totalità dei problemi a monte, immettendo sul “mercato” cani senza controllo: ne controllo fisico e men che meno mentale degli stessi; ma peggio del resto spesso omette totalmente il controllo su i futuri affidatari del cane, sena considerare inoltre la vendita illecita di un cane senza pedigree che, come sappiamo, in Italia è reato. La categoria dei “cagnari” infoltisce un mercato
saturo, creando il problema dei padroni incompetenti e i futuri abbandoni.

Le responsabilità


Se cerchiamo i responsabili di tutto questo, non abbiamo che da guardarci allo specchio, abbiamo infatti tutti delle responsabilità, abbiamo tutti le mani sporche, a partire da chi non denuncia il “cagnaro”, da chi continua a comprare cani da questi loschi figuri, anziché prendere il cane da allevamento o da canili e associazioni. Chi, informato e cosciente del problema infatti non andrebbe poi a rivolgersi a pseudo addestratori che fanno marketing su l’ignoranza, “acquistando” da questi sedicenti venditori, fantasie senza trovarsi a pagare fior di quattrini per ricevere in cambio informazioni di nessun valore che nella stragrande maggioranza dei casi non fanno che raddoppiare il problema.

Ci sentiamo di attribuire delle responsabilità anche a chi possiede le informazioni corrette, ma che non le diffondono e non si indignano per questo genere di business. Chi, da addestratore competente e coscienzioso non si batte per l’eliminazione delle pratiche di questi sedicenti “addestratori“, ha eguali responsabilità nella rovina della cinofilia; è responsabile in quanto non fornisce un alternativa al modo malato e non professionale, che ha attecchito nel tempo sull’ignoranza delle persone.

Siamo ad un punto di non ritorno, siamo in guerra, una guerra civile. Siamo in guerra con noi stessi, ma adesso basta dare la colpa agli altri, l’ignoranza sfoggiata come fosse una virtù, è semplicemente una bugia coperta di oro, ma pur sempre bugia rimane. La situazione in Italia è grave e tutti dobbiamo fare la nostra parte. Informatevi, condividete le informazioni corrette, divulgate un messaggio che abbia come scopo, quello di conoscere e rispettare il cane e la razza, non di amore e coccole.

Il cane deve fare il cane, altrimenti compratevi un comodino dall’ikea, mettetegli su una pettorina e sfoggiatelo in giro.

Amare il proprio cane vuol dire conoscerlo e farlo vivere dignitosamente da cane, non da bambino, non da umano, da cane, punto.